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Lettere dai lettori: Il mio uomo è un gaslighter?

“Ciao! Scrivo riguardo il gaslighting. Dopo aver letto i tuoi articoli a riguardo, mi sono resa conto che è presente anche nella mia vita. Il mio uomo mi dice spesso cose come “ti sbagli”, “non pensi di star reagendo in modo eccessivo?”, “è sempre tutto così complicato con te”… Spesso nega di aver detto le cose, “Non ho detto questo” oppure “hai frainteso”, quando ricordo parola per parola cosa è stato detto…

Ti faccio un esempio: eravamo d’accordo di vederci al centro commerciale dopo il lavoro. Quando sono salita sul tram, gli ho mandato un sms dicendo che sarei arrivata a una fermata specifica e poi da lì sarei andata a piedi, in modo che potesse approssimativamente stimare quanto tempo avrei impiegato ad arrivare. Mentre ero sul tram, mi sono resa conto che, se fossi scesa a un’altra fermata, avrei dovuto camminare meno. Alla fine, quando ero nei pressi del centro commerciale, mi ha chiamato e mi ha detto che era arrivato alla fermata in cui avevo inizialmente programmato di andare. E alla fine è stata colpa mia se non ci siamo visti. Gli ho persino inviato uno screenshot su WhatsApp, dove era indicato chiaramente il posto dove avremmo dovuto incontrarci, a cui ha risposto “e?”. E poi ha detto che non è mai sicuro di dove o con chi io sia e che forse avevo incontrato qualcun altro prima di andare da lui…

Ad ogni modo, in ogni situazione tutto finisce per essere colpa mia. Anche quando ho bisogno di stare a casa per un paio di giorni, la prima domanda che mi fa quando ci vediamo è “dove sei sparita?”. E poi inizia a minacciarmi, dicendo: “Continua così e non ti sposerò”, “Mi troverò qualcuno che non scompare”. Sembra che stia scherzando, ma in ogni scherzo c’è un fondo di verità. Mi fa arrabbiare quando lo dice. Io non gli dico questo genere di cose.

Ieri gli ho chiesto se sapeva cosa fosse il gaslighting. No. Gliel’ho spiegato. Mi ha risposto: “Mi stai dicendo che io mi comporto così? Non pensi che sia tutto nella tua testa?”.

Sto iniziando a pensare che forse la colpa è davvero mia. Mi “assumo” sempre le colpe che mi addossa. Certo, dopo il tuo corso, ho iniziato a rendermene conto, ma finora era come se stessi guardando tutto dall’esterno…Da qualche parte dentro di me so che i miei sensi di colpa sono inappropriati, ma, allo stesso tempo, le sensazioni fisiche persistono: il cuore mi batte forte, le mani diventano fredde, mi salgono le lacrime e mi sento un peso sulle spalle.

Domanda: se una persona non si rende conto (o non ammette) di essere un gaslighter, come si fa a contrastarla? Questi tipi di comportamento sono perseguibili? Grazie!”

Ciao E.

  • Vivi una relazione complicata e il bello è che, ovviamente, tu ti stia chiedendo come resistere.
  • Sì, ci sono persone tossiche. E ci sono ragioni per cui diventano o rimangono in quel modo.

Anche il tuo uomo nella sua vita ha vissuto qualcosa che ha dato modo che ci fossero tali problemi. Forse uno dei suoi genitori lo accusava spesso di mille cose. Anche il senso di colpa viene solitamente utilizzato per provare a controllare. Potrebbe essere che lo facessero sentire in colpa e che venisse poi controllato attraverso questo senso di colpa. Per lui, il senso di colpa può essere un carico eccessivo, qualcosa di intollerabile. E così, quando riscontra delle incongruenze nella relazione, è più facile per lui biasimarti che guardare la situazione razionalmente.

Cosa puoi fare nel rapporto?

1. Accetta che lui abbia questi tratti. Confronta i pro e i contro per te: hai bisogno di questo? Pensa al motivo per cui stai con lui nonostante queste difficoltà. Cosa vi tiene uniti? In quali aspetti siete simili? È importante capire l’intero quadro.

2. Invitalo ad andare in terapia insieme e cercate possibilità per migliorare l’atmosfera nella relazione. Invitalo a risolvere insieme la situazione.

3. In tutta onestà, la sua tossicità è una sua responsabilità e sta a lui occuparsene. Ma non inizierà a farlo finché non capisce che comunicare in questo modo è inutile e dannoso per la relazione.

Fino ad allora, sarà come un robot che ripete sempre la stessa cosa.

Ecco perché puoi soltanto dare un feedback parlando in prima persona. Ad esempio: quando fai questo, io sono triste, ferita, confusa, etc….

Per qualcuno, questo sarà una ragione per fermarsi e riflettere. Per qualcun altro, suonerà come un rimprovero, un accusare. Invece di essere ascoltata, riceverai una risposta negativa.

Affinché le tue parole possano essere ascoltate quando ti escono di bocca, hai bisogno anche di orecchie che possano ascoltare. Non è certo che il tuo partner ascolterà, ma puoi provarci. Parlare in prima persona serve a comunicare informazioni all’altro nel modo più neutro possibile, in modo che questa persona capisca come le sue azioni ti influenzano. Neutra, calma. Cioè, prima è meglio calmarsi e dopo parlare con lui.

Vorrei sottolineare una cosa: nemmeno la formulazione più corretta possibile può interessare qualcuno che non è pronto ad ascoltare e ad accettare i sentimenti del proprio partner. Devi essere pronta a questo. Lascia a lui la sua parte di responsabilità.

Che cosa puoi fare tu?

1. Capire che ci sono apporti negativi alla relazione da parte sua e anche da parte tua. Qualunque cosa faccia l’altra persona, la reazione che abbiamo riguarda noi più che lui. Quindi se lui si comporta in modo tossico, tu reagisci.

2. Capire che questa è una sua caratteristica (momentanea o duratura) e che non devi assumerti la responsabilità dell’inadeguatezza di qualcun altro.

Qualcosa del tipo: “So che tende ad addossarmi tutti gli errori nella nostra relazione, ma so anche di avere la mia verità (e spiega quella verità)”. Come vedi, è importante mantenere il tuo significato separato dalla sua opinione.

Ad esempio, dice che sei scomparsa, ma tu ricordi che stavi riposando. (Ancora una volta, non conosco i dettagli; è importante sapere se ne avete parlato, se ti ha spiegato come lo fanno sentire le tue pause. Magari sta passando un brutto periodo e tu lo provochi a reagire negativamente È responsabile delle sue stesse reazioni, ma tu potresti dare il tuo contributo).

3. Lavora sulle tue emozioni. “Ma le sensazioni fisiche persistono: il cuore mi batte forte, le mani diventano fredde, mi salgono le lacrime e mi sento un peso sulle spalle”. Di sicuro, è meglio vedere uno psicologo. Questa reazione indica chiaramente delle difficoltà nel percepire la situazione. Devono essere risolte. Puoi usare gli esercizi della nostra sezione “Psycho-sutra”.

Abbi cura di te.

Natalia Nikulina, Consulente Psicologo di Mindspa